Parte da Mantova e da altri conservatori italiani la battaglia contro
Giovanni Allevi, il musicista diventato una star ma considerato (anche
da Uto Ughi) «musicista modestissimo”. Allevi aveva definito Ughi
“custode di sepolcri imbiancati”. In difesa di Ughi sono scesi in campo
musicisti di primo piano. “Il vero fenomeno - dice il violinista Paolo
Ghidoni – era Mozart non Allevi". Una lettera sarà fatta circolare in
tutta Italia
MANTOVA. Il violinista Paolo Ghidoni è persona mite.
Oggi però guida una rivolta che parte dal Conservatorio di Mantova,
passando per l’Orchestra da camera del maestro Fabiano, coinvolgendo gli
altri Conservatori e personaggi come Enzo Rostagno e Quirino Principe.
Una battaglia a sostegno del celebre violinista Uto Ughi e contro
l’altrettanto noto (anche al pubblico rock) Giovanni Allevi.
La polemica tra i due si trascina da anni, ma è esplosa negli ultimi
giorni quando il giovane riccioluto ha ufficializzato l’incarico del
Comune di Genova per dare più visibilità a un concorso tra i più
importanti al mondo, il Paganini per giovani violinisti. Tra le prove
obbligatorie i concorrenti suoneranno una composizione dello stesso
Allevi. Inoltre il 14 novembre al Teatro Carlo Felice, Allevi dirigerà
la prima mondiale del concerto per violino e orchestra. «L’ho scritto
per liberarmi di Uto Ughi, il mio incubo notturno, e dalla casta della
musica classica» ha raccontato Allevi.
Di certo il successo non gli manca, diplomato a pieni voti al
conservatorio, laureato in filosofia,scoperto da Jovanotti, protagonista
di un concerto a New York nel 2005. Fin qui, per i colleghi rigorosi,
era un fenomeno mediatico. Ma nel 2008 gli fu affidato il concerto di
Natale al Senato. E lì fioccarono gli strali di Uto Ughi, che lo
definì“musicista modestissimo». Ora però Allevi vuole scalzare il
Maestro, utilizzando anche il Concorso Paganini.Ma da Mantova parte la
riscossa a sostegno di Ughi, capofila Ghidoni per il quale fenomeno è
Mozart e non il ricciolone marchigiano che crea musica più orecchiabile
per i giovani.
Si
è riaperta, spiega, la polemica tra Allevi e «a suo dire, i custodi del
sepolcro imbiancato, contrari (parole sue) ad ogni rinnovamento e
modernizzazione del linguaggio musicale, legati cioè a formule retrive e
fine a se stesse e che fanno capo al Maestro Ughi (nella foto).
Vorremmo tranquillizzarlo - si legge nella lettera che girerà l’Italia -
noi non siamo assolutamente contro il linguaggio musicalmente evoluto,
perché la musica (come tutte le arti, come l'uomo), si evolve
continuamente e per noi ciò è fonte di arricchimento. Purtroppo la
musica di Allevi nasce già vecchia; è molto più moderna la musica di
Bach o Mozart o Schubert, perchè la modernità di un pezzo musicale non
si giudica dalla data anagrafica. La musica di questi “giganti” sta alla
sua come le Piramidi stanno all’Egitto odierno».
Ghidoni pensa che per un «fenomeno mediatico come Allevi, la polemica
personale è linfa vitale». Ciò che non va è piuttosto l’Italia che,
«almeno negli ultimi 50 anni, non ha investito nell’educazione musicale,
che agli inizi degli anni ’90 , ha chiuso ben 3 orchestre Rai (mai
successo nemmeno in guerra), dove i musicisti bravi non trovano
interlocutori nella classe dirigente (a tutti i livelli), dove per anni
l'appartenenza o ideologica o politica aveva la meglio sul merito e il
valore progressivamente ha perso il contatto con il suo millenario
bagaglio Storico Culturale e Musicale».
E riecco la ferita del concerto del Senato «addirittura in
mondovisione. Nessuna Nazione evoluta o “moderna” come dice Allevi, lo
avrebbe mai patrocinato». Ghidoni si aspetta ora che Genova smentisca
l’inserimento nello storico Concorso Paganini - vinto agli esordi da
Salvatore Accardo - di un concerto di Allevi. L’Italia ha tre concorsi
celebri nel mondo, il Paganini, il Busoni per pianoforte e il Gui di
Firenze per musica da camera (che Ghidoni vinse a 18 anni). A parte «il
nobile e solitario intervento del maestro Ughi», Ghidoni denuncia un
silenzio che «rischia di passare per pavidità, Italo Calvino diceva che
l'ottusità è il secondo tempo dell'ignoranza, forse ne esiste un
terzo,il conformismo».
http://gazzettadimantova.gelocal.it
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